Ente Parco Valle dei Templi, da baluardo di legalità a roccaforte di irregolarità ?

Pareva che l’Ente Parco volesse essere ritenuto in città e in provincia l’avamposto della trasparenza , l’Ente in cui ogni attività amministrativa si rivelasse cristallina tale da poter essere considerato il fiore all’occhiello della pubblica amministrazione nel territorio.
Ultimamente qualche dubbio è appalesato, qualche atteggiamento equivoco ha preso il sopravvento, questo a causa di tutta una serie di lavori che sono stati appaltati attraverso la procedura del cottimo fiduciario rientrante tra le cosiddette procedure ordinarie in relazione al modesto valore del contratto e “all’urgenza” di provvedere.
Ultimamente questo tipo di modalità all’Ente Parco viene utilizzata più di altre che si rivelerebbero più trasparenti, cioè quelle ad evidenza pubblica libera, rivolte ad una vasta platea di ditte o imprese maggiore rispetto ad una sparuto gruppo invitato attraverso la pratica del cottimo fiduciario.
Lavori, da lungo tempo provvisti di copertura finanziaria, che quindi potevano, per tempo, tranquillamente essere pianificati, senza alcuna fretta, con ciò permettendo all’Ente appaltante di decidere una procedura, più appropriata, tipo quello ad evidenza pubblica, che poteva assicurare la partecipazione ad un ampio numero di ditte.
Infatti, è partendo da questa attenta analisi che non si comprende perché l’Ente abbia preso in considerazione, per l’appalto riguardante lavori di manutenzione e ripristino immobili del Parco archeologico, per una somma complessiva di € 246.000,00, proprio la procedura del cottimo fiduciario se per la gara, che è stata espletata alla fine del mese di Febbraio c.a., le somme erano già state impegnate molto tempo prima e cioè nei lontani primi giorni del mese di Novembre 2015. Nella stessa gara, inoltre, non si comprende il motivo per cui una ditta sia stata esclusa per la mancata presentazione della relazione o documentazione che giustificasse il ribasso superiore al 25% , avendo questa infatti presentato un ribasso percentuale del 42,2978%, mentre invece un’altra ditta, che aveva anch’essa presentato un’offerta oltre il 25%, e cioè un ribasso percentuale del 27,1000%, viene ammessa alla gara senza che nel verbale di gara sia stato specificato se avesse prodotto o meno le dovute giustificazioni.
Ditta, quest’ultima, a cui, con l’offerta del massimo ribasso, viene successivamente aggiudicata la gara.
Non solo, anche l’oggetto della gara può dare adito ad considerazioni poco piacevoli da chi potrebbe contestare il fatto che L’Ente appaltante faccia riferimento, per dei banali lavori edili, ad un “accordo quadro” annuale che in genere viene utilizzato in presenza di interventi di una certa consistenza, in presenza di una complessità dell’oggetto dell’appalto che riguardano, da parte della pubblica amministrazione, notevoli impegni di spesa.
In materia di accordo quadro la legge fa una raccomandazione all’ente appaltante, cioè quella di non ricorrere a questa procedura in modo abusivo, al fine di non ostacolare, limitare o distorcere la concorrenza di molte imprese. Raccomandazione del tutto disattesa da parte del Parco Archeologico di Agrigento.
Questo ed altri lavori possono essere motivo di grande perplessità, possono far ritenere che quell’avanposto di trasparenza che era stato assegnato all’Ente Parco, forse attribuito con troppa magnanimità, ultimamente abbia smarrito la sua posizione.
E’ probabile che al Parco, con l’arrivo del nuovo Commissario, il funzionario regionale Bernardo Campo, qualcosa sarà riveduta, che molto probabilmente le modalità di assegnazione dei lavori subiranno un cambiamento, certamente il Commissario vorrà, con la sua gestione, riaffermare il principio della trasparenza e legalità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *