L’acqua, legalmente, nell’Agrigentino, non la possono tagliare: ecco cosa scrivere a Girgenti Acque per farsi riallacciare alla rete idrica…

Mitt. Salvatore Petrotto Via Luigi Infantino n° 20 92020 Racalmuto Spett.le Girgenti Acque S.p.a. Via Miniera Pozzo Nuovo n° 1 92021 Aragona Oggetto: utenza n° XXXXXX – richiesta chiarimenti Il sottoscritto Salvatore Petrotto, titolare dell’utenza in oggetto, rappresenta quanto segue. Lo scrivente è venuto a conoscenza, del tutto casualmente, nel mese di agosto 2016, di una comunicazione da parte di Girgenti Acque in merito alla avvenuta interruzione, in data 7 giugno 2016, dell’erogazione del servizio idrico per morosità. Detta comunicazione è stata da me rinvenuta all’esterno della mia abitazione, in uno spazio che non è di mia proprietà, all’interno del cassettone, protetto da uno sportello in lamiera, dove sono installati dei contatori idrici, compreso quello relativo alla mia utenza. La sospensione della fornitura è stata effettuata in data anteriore a quella di scadenza della bolletta n° 2016/0/00175460girgenti acque no grazie, per la somma di € 306,42, bolletta dal cui dettaglio emergeva la presenza di precedenti insoluti. Recatomi presso la vostra Sede al fine di verificare l’effettiva situazione, emergeva dall’estratto conto ricevuto un insoluto di € 2.042,56. Ogni tentativo di avere chiarimenti sugli insoluti, soprattutto con riguardo all’importo preteso per il 2013, è risultato vano, in quanto il sottoscritto è stato letteralmente “ buttato fuori” dai Vostri uffici. Considerato che il consumo medio annuo di acqua per gli anni precedenti e successivi all’anno 2013 è stato da Voi determinato intorno ai 216 mc, ed è sempre stato richiesto al sottoscritto il pagamento per il servizio idrico di una somma che, complessivamente, si aggirava mediamente intorno ai 330 – 360,00 €, non è ben chiaro all’esponente la ragione per cui, per il 2013, sia stata richiesta una somma di denaro nettamente superiore. In particolare sarebbe stata emessa in data 8/11/13, una bolletta di € 773,16 , relativa all’anno 2013, mai tuttavia ricevuta dallo scrivente. Si fa presente che, in data 20/05/2013, come risulta dal prospetto che i Vostri uffici mi hanno fornito, avevo già pagato, sempre per il 2013, 322,57 euro. Si deve a questo punto rimarcare come la sospensione della fornitura appaia priva di ogni fondamento giuridico, illegittima se non addirittura illecita. Faccio presente inoltre, a proposito di questo vostro comportamento nei miei confronti, quanto segue… L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha adottato in materia di ingiusta interruzione e/o negazione dei servizi idrici essenziali una sua Risoluzione, la N. 64/292 che riconosce l’accesso ad un’acqua sicura e pulita e all’igiene come un diritto umano (A/RES/64/292). Ma, senza andar lontano, vi invito, per cortesia, a rileggervi quanto contenuto nello Statuto e nell’Atto Costitutivo della nuova ATI (Assemblea Territoriale Idrica), costituita nei mesi scorsi dai 43 comuni agrigentini. L’ATI, presieduta dal sindaco di Menfi, Vincenzo Lotà, è l’organo di programmazione e controllo, previsto dalla Legge Regionale n. 19 del 2015, al quale voi di Girgenti Acque e/o Hidortecne che provvedete ad effettuare questi ingiusti distacchi di rete, dovreste rendere conto. Proprio nella carta dei diritti fondamentali degli utenti da voi serviti, che è parte integrante dei su citati atti fondativi dell’ATI, è previsto, così come da vari regolamenti comunali, che bisogna garantire, anche in caso di morosità, un quantitativo minimo di 50 litri di acqua al giorno, per ogni singolo occupante di qualsiasi abitazione da voi servita. Nel mio caso, visto che il mio nucleo familiare è composto da 5 persone, avreste dovuto garantirmi almeno 250 litri di acqua al giorno, dal 7 giugno, giorno del distacco dalla rete, sino ad oggi. Se poi volete ulteriormente disquisire sul fatto che tale misura è prevista solo per particolari casi di indigenza, vi posso tranquillamente dimostrare, davanti al Tribunale Civile di Agrigento che il sottoscritto, in considerazione della propria situazione reddituale e patrimoniale, ha pieno diritto ad usufruire della dotazione minima giornaliera di 250 litri di acqua potabile. A causa infatti del mio sovraindebitamento a livello individuale e familiare, è in corso un procedimento che mi riguarda, presentato presso il Tribunale di Agrigento, ai sensi della Legge 27/01/2012 n.3, modificata con il D.L. 18/10/2012 n. 179, denominata proprio: “Legge sulla Composizione della Crisi da Sovraindebitamento Familiare “. Pertanto, a maggior ragione, per quanto mi riguarda, si impone l’immediato ripristino della prestazione fin qui sospesa, al di là delle ovvie considerazioni relative al fatto che avete interrotto un indispensabile e vitale servizio. Servizio idrico e/o fognario che, in nessun caso potete interrompere, trattandosi di gestione di un bene comune, universalmente riconosciuto come tale, e cioè l’acqua, la cui indispensabile, doverosa e vitale fornitura da parte dei gestori, pubblici e/o privati che siano, è prevista dalle già citate leggi e norme regolamentari; ed addirittura persino da pronunciamenti di organismi internazionali quali l’ONU! Ciò non significa che lo scrivente, così come qualsiasi altro vostro utente, non è disposto a rendersi immediatamente disponibile a provvedere, mediante dilazione rateale, al pagamento di quanto effettivamente ancora dovuto. Si fa presente che, soltanto nel corso dell’estate 2016, sono venuto a conoscenza delle vostre pretese di pagamento che, attenendoci a quanto da voi comunicato, con il vostro tariffario alla mano, vorrei tanto credere che, per mero errore, avete calcolato almeno il doppio di quanto effettivamente dovuto. Senza con ciò tenere conto di un altro fatto, ossia che avete applicato delle tariffe, per niente omogenee, che variano cioè da paese a paese, od addirittura tra un quartiere e l’altro della stessa città; quando legalmente, avreste dovuto applicare a tutti quanti gli utenti da voi serviti, la stessa tariffa. Dopo 8 anni di Vostra gestione, ancora oggi, nei 27 comuni da Voi serviti, assistiamo a situazioni in cui, alcuni vostri utenti pagano solo il canone annuo, senza tenere conto dei consumi, altri pagano anche il consumo; ed il tutto avviene senza tenere conto dell’omogeneità delle tariffe, che sono assolutamente fuori controllo e sulla cui legittimità sono state chiamate a pronunciarsi diverse Autorità Giudiziarie. Tali disservizi e disparità di trattamento, comportano dei costi per i cittadini che variano, senza rispettare alcun criterio normativo; anche se le varie leggi istitutive di riferimento del servizio idrico integrato, prevedono una tariffa unica ed omogenea nei territori dei paesi e delle città da voi serviti. Tant’è che nel gestire il servizio idrico e fognario, nei 27 comuni agrigentini da voi serviti, si tradisce e viene violato anche un sacrosanto principio costituzionale, previsto dall’art. 3 della nostra Costituzione,che recita: ”Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ed è proprio a questo ineludibile e basilare principio di uguaglianza, di tutti quanti i cittadini italiani di fronte alle leggi, a qualsiasi legge, sancito dal su citato articolo 3 della nostra Carta Costituzionale, che fanno riferimento tutte quante le norme del nostro Stato, anche quelle, ovviamente, che servono a regolamentare la gestione dei servizi pubblici essenziali, quali l’acqua. Riguardo ai vostri utenti di Racalmuto, inoltre, avete inserito in bolletta un’intera annualità relativa all’effettuazione della depurazione dei liquami fognari, soltanto dopo qualche mese dall’attivazione e messa in funzione degli impianti, conteggiando un importo che risulta calcolato per un anno intero. Ma, come a voi è sicuramente noto, in altri paesi, non sappiamo se la stessa cosa stia avvenendo anche a Racalmuto, vi siete probabilmente spinti oltre, facendo pagare dei canoni di depurazione non dovuti, stando alle risultanze investigative di due Procure della Repubblica: quella di Sciacca e quella di Agrigento. Pertanto, il sottoscritto chiede: – che vengano forniti chiarimenti in merito alle modalità di calcolo delle somme da voi richieste, per la verità in maniera del tutto irrituale e per niente formale, dovute per l’anno 2013, con particolare riferimento alla bolletta n° 211180 emessa l’8/11/13 per la somma di € 773,16 – che venga autorizzata la rateizzazione della restante somma dovuta. Il sottoscritto, ricevuti gli opportuni e, quanto mai necessari chiarimenti, in merito alle bollette in questione, provvederà a saldare quanto eventualmente effettivamente dovuto. Salvo evidentemente ogni reciproco diritto. Si precisa infine che, in data 01/06/2016, 6 giorni prima di avere subito questa vostra ingiusta interruzione dell’erogazione idrica, veniva depositata, presso la Cancelleria della Corte d’Appello di Palermo, II Sezione Penale, la sentenza N. 1626/2016, relativa ad una mia definitiva ed inappellabile assoluzione, a seguito di un lungo procedimento penale, scaturito da una serie di vostre gravi e pesanti denunce nei miei confronti, per dei presunti reati di concussione e/o corruzione. Ho dovuto difendermi per 8 lunghi anni dalle Vostre proditorie denunce, da me ingiustamente subite, quando rivestivo la carica di sindaco di Racalmuto e difendevo la gestione pubblica dell’acqua, nel tentativo di contrastare delle palesi ingiustizie, perpetrare ai danni di alcuni comuni e cittadini agrigentini. Si tratta di Vostre presunte condotte illecite, consistenti in truffe, frodi, inquinamento ambientale e posti di lavoro, da voi garantiti, in cambio di favori più o meno leciti, a politici e funzionari agrigentini. Peraltro tali condotte sono ritenute illecite da tre Procure della Repubblica e dai rispettivi Tribunali di Agrigento, Sciacca e Palermo che, in tre casi hanno già deciso per il rinvio a giudizio dei vertici e di alcuni tecnici della Vostra società; oltre che di tre funzionari pubblici, in servizio presso le Autorità di Controllo che avrebbero dovuto sanzionare, ad avviso delle Autorità Giudiziarie, i vostri comportamenti illeciti e non l’hanno fatto. Allorquando denunciai, lo ribadisco, nella qualità di sindaco alcune Vostre palesi irregolarità, avete ritenuto opportuno trasformarmi in una sorta di bersaglio da colpire, nel tentativo di fermare le mie iniziative giudiziarie, nei vostri confronti. I fatti, come ben Voi sapete, risalgono al 2008, quando l’allora vostro amministratore delegato, Giuseppe Giuffrida, adesso sotto processo, per una miriade di reati, presentò alle Autorità Giudiziarie un paio di denunce rivelatesi, dopo 4 gradi di giudizio, del tutto insussistenti, ed il cui profilo calunnioso adesso è sottoposto, anch’esso, al vaglio delle competenti Autorità Giudiziarie. Anche quest’altra vostra ultima azione nei miei confronti, consistente nel distacco, che ritengo ingiusto ed ingiustificato, dell’erogazione idrica nella mia abitazione, a questo punto, dovrà essere anch’essa attentamente vagliata dagli stessi Organi Giudiziari che si stanno occupando degli innumerevoli casi che vi riguardano. L’ingiusto distacco della mia utenza idrica che io e la mia famiglia abbiamo subito, a partire dal 7 giugno 2016, rappresenta un’ulteriore forma di ingiusta prevenzione mentale che dimostra la vostra volontà persecutoria nei miei confronti. Si tratta di un atto persecutorio che, presumibilmente, stavolta, è maturato soltanto per spirito di vendetta, contro di me, per farmi pagare il ‘torto’ di avere difeso per anni, anche davanti alle Autorità Giudiziarie, gli interessi di alcune centinaia di migliaia di agrigentini, da voi ingiustamente vessati. Non avete mai tollerato chi come me, attraverso delle formali denunce, quali quella presentata alla Procura della Repubblica di Agrigento, nel febbraio del 2011, nella qualità di sindaco di Racalmuto, ha puntualmente, nel tempo, anticipato ciò che la Magistratura sta svelando dallo scorso anno ad oggi. Non avete inoltre tollerato che venissero effettuati dei controlli seri e puntuali, sin da quando avete iniziato a gestire in malo modo, nell’Agrigentino, i servizi idrici e fognari, nonché gli impianti di depurazione, peraltro molti dei quali sequestrati dalle Autorità Giudiziarie, proprio perché non funzionanti ed altamente inquinanti. Fiducioso di un vostro ravvedimento, colgo l’occasione di porgervi i miei più cordiali saluti. Racalmuto, lì 03/09/2016 Salvatore Petrotto

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