Il Tribunale di Agrigento ha condannato l’Inps per una decurtazione illegittima

Con sentenza del 10 ottobre 2023 il Tribunale di Agrigento ha accolto il ricorso di un disabile che aveva subito una decurtazione illegittima della propria indennità di accompagnamento da parte dell’I.N.P.S..
L’I.N.P.S., aveva comunicato al sig. R.D. la sussistenza di indebiti per asseriti pagamenti non dovuti in conseguenza del venir meno del requisito di carattere reddituale, ragion per cui lo intimava alla restituzione della complessiva somma di € 27.417,16. Per il recupero dell’importo preteso, l’I.N.P.S. operava una cospicua trattenuta mensile sull’unica pensione percepita da R.D., ossia sull’indennità di accompagnamento.
Respinti dal Comitato Provinciale I.N.P.S. i ricorsi amministrativi, il sig. R.D., con il patrocinio degli avvocati Concetta Maria Rosa Bonanno e Giuseppe Sodano, del Foro di Agrigento, adiva la Sezione Lavoro del Tribunale di Agrigento chiedendo la declaratoria di illegittimità della pretesa creditoria, con conseguente condanna dell’I.N.P.S. alla restituzione delle somme trattenute a partire dal dicembre 2020 e di quella che sarebbe stata ulteriormente trattenuta fino alla pronuncia della sentenza.
I legali del sig. R.D., a fondamento della domanda, hanno dedotto l’irripetibilità dell’indebito e, in particolare, hanno evidenziato alla luce della normativa di settore vigente e del granitico orientamento della giurisprudenza di legittimità e di merito, che in tema di indebito assistenziale è esclusa la ripetibilità dell’indebito quando vi sia l’affidamento del pensionato che riscuote in buona fede le somme erogate, ignaro dell’errore di calcolo commesso dall’I.N.P.S..
Tra l’altro l’indennità di accompagnamento del sig. R.D. non poteva essere decurtata poiché destinata alla soddisfazione delle primarie ed essenziali esigenze di vita di un soggetto debole.
Il Tribunale di Agrigento -accertata la natura assistenziale dell’indebito e l’assenza di dolo del pensionato- in accoglimento della tesi difensiva degli avvocati Bonanno e Sodano, ha dichiarato l’irripetibilità della somma richiesta dall’I.N.P.S., condannando, per l’effetto, l’Ente Previdenziale alla restituzione di quanto illegittimamente trattenuto oltre interessi e spese legali.
Gli avvocati, sollecitati a commento, hanno dichiarato: «Purtroppo è una prassi in voga presso l’I.N.P.S. di ripetere somme che, notoriamente, non dovrebbero essere restituite, perché frutto di errori commessi dal medesimo Istituto Previdenziale. In questi casi l’ente spera che i cittadini non pongano in essere ricorsi, così da recuperare somme asseritamente indebite a loro spese. Per fortuna esistono ancora i Tribunali cui i cittadini raggiunti da simili provvedimenti si possono rivolgere per ottenere giustizia.»

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *