Droga tre arresti a Palermo. Cocaina anche a Gianfranco Miccichè ?

Mario Di Ferro



A Palermo sono state notificate sei misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta antidroga. Sono contestati diversi episodi di vendita e cessione di cocaina a clienti della “Palermo bene”. Tra gli indagati vi è Mario Di Ferro, 57 anni, lo “chef dei vip”, gestore del ristorante Villa Zito, che, tra gli altri, avrebbe procurato e ceduto cocaina all’ex presidente dell’Assemblea Regionale, Gianfranco Miccichè, che non è indagato. Gli altri cinque indagati, oltre Di Ferro, sono Gioacchino e Salvatore Salamone, 59 e 46 anni, già condannati per spaccio di droga, e a cui Di Ferro si sarebbe rivolto per rifornirsi dello stupefacente. E tre dipendenti dello stesso Di Ferro che sono stati utilizzati come pusher. Di Ferro è ristretto ai domiciliari, i due Salamone in carcere, e l’obbligo di firma è stato imposto ai tre dipendenti di Villa Zito: Pietro Accetta, 45 anni, Gaetano Di Vara, 66 anni, e Giuseppe Menga, 46 anni. Sarebbero state documentate una trentina di cessioni di droga da Mario Di Ferro a Gianfranco Miccichè. I due avrebbero usato un linguaggio in codice. Miccichè: “Mancherò 10 giorni, sarò fuori sede 10 giorni”: così si sarebbe riferito al numero delle dosi. E Di Ferro si sarebbe di conseguenza rivolto così ai fornitori, a uno o all’altro dei Salamone: “Senti, dovresti avvicinare da me al locale, ma siamo assai, qualche dieci, siamo dodici, una cosa di queste siamo”. Oppure, ancora Miccichè: “Cosa mi porti da mangiare?”. E Di Ferro: “Ci penso io”. Sia i Salamone che Miccichè sarebbero giunti ed entrati da un ingresso secondario del locale. Miccichè sarebbe arrivato anche con l’auto blu della Regione Siciliana, con tanto di lampeggiante acceso. Miccichè replica: “Escludo in maniera categorica che io mi muova in macchina con il lampeggiante acceso. Considero molto più importante nella mia vita di essere stato onesto, non avere mai fatto male a nessuno, non avere mai rubato un centesimo. Poi ognuno di noi qualche errore nella vita lo ha fatto. L’importante è essere a posto con la propria coscienza, e io lo sono. Prima di potere dire qualcosa devo capire cosa c’è nell’inchiesta in cui non sono indagato, ma posso dire che sono dispiaciuto per Mario Di Ferro: è un caro amico che conosco e frequento da moltissimi anni. Andavo alla sue feste che erano sempre molto divertenti, frequentate da tantissima gente e dove non ho mai visto della droga. Non andavo da Di Ferro per comprare droga, certamente. Non andavo lì per rifornirmi. Non capisco come si possa affermarlo. Andavo lì per stare bene con gli amici, per rilassarmi, con persone di enorme simpatia. Non per comprare droga”.

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