Il Tar condanna il Ministero su ricorso di una docente agrigentina

La professoressa A.B, sono le iniziali del nome, 51 anni, di Agrigento, ha partecipato alla procedura di abilitazione nazionale alle funzioni di professore universitario di prima e seconda fascia, nel settore concorsuale teatro, musica, cinema, televisione e media audiovisivi, allegando il proprio curriculum e tutta la documentazione necessaria. La docente è stata giudicata non idonea. La stessa però ha rilevato delle contraddittorietà nell’operato della Commissione. Infatti, i giudizi espressi dalla Commissione sono stati di eccellenza sia in termini qualitativi che quantitativi, e, nonostante ciò, in conclusione la valutazione è stata negativa. La professoressa, tramite l’avvocato Girolamo Rubino, ha impugnato il giudizio di non idoneità innanzi al Tar, che ha accolto la domanda cautelare al fine del riesame. E la Commissione ha confermato la non abilitazione. La docente, ancora tramite l’avvocato Rubino, ha presentato un secondo ricorso al Tar per motivi aggiunti, e il Tar del Lazio ha riscontrato un insanabile contrasto tra l’esito di non idoneità e le premesse, rivelandosi illogico ed incongruente oltre che contraddittorio. Il Tar ha ordinato al Ministero della Pubblica istruzione di procedere al riesame del giudizio ad opera di una differente commissione, condannando il Ministero al pagamento delle spese giudiziali. Anche la nuova Commissione ha negato l’abilitazione. Dunque, terzo ricorso al Tar, e i giudici hanno accolto le numerose censure formulate dall’avvocato Girolamo Rubino, condannando nuovamente il Ministero al pagamento delle spese giudiziali. Quindi la ricorrente sarà valutata una terza volta ad opera di una terza differente Commissione.

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