Quattro pescatori tunisini arrestati, e poi scarcerati, per “atti depredatori”

Quattro pescatori tunisini, componenti dell’equipaggio di un peschereccio, sono stati arrestati e trasferiti in carcere ad Agrigento per “atti di depredazione”, allorchè – come raccontato dalle vittime – avrebbero preteso soldi e telefoni cellulari per salvare la vita a 40 migranti a bordo di una barca alla deriva senza motore. Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento, Iacopo Mazzullo, ha riqualificato il reato come estorsione e gli ha, tuttavia, restituito la libertà per difetto di giurisdizione, perché l’ipotesi di reato è stato commessa al di fuori delle acque territoriali italiane.

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