Maxi sequestro a porto empedocle

Un peschereccio, il “Ferdinando d’Aragona”, è salpato da Bagnara Calabra, dove è nata Loredana Bertè, con a bordo un italiano, ovvero il comandante di origine calabrese, due tunisini, un francese e un albanese. I Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo e della squadra aeronavale lo hanno intercettato e bloccato. I cinque sono stati arrestati. Il carico stupefacente, senza precedenti in Italia e tra i più rilevanti in ambito mondiale, oltre 5 tonnellate e 300 chili di cocaina, è stato sequestrato. Teatro dell’operazione straordinaria è stato il tratto di mare antistante le coste agrigentine. La sera di martedì scorso 18 luglio i piloti di un aereo della Fiamme gialle impegnati in un servizio di ricognizione nel canale di Sicilia e da alcuni giorni attratti da una nave mercantile sospetta battente bandiera di Palau, in provincia di Sassari, in Sardegna, si accorgono che alla stessa nave si avvicina un motopeschereccio partito dalle coste calabresi. Di notte è stata ultimata la “diagnosi investigativa”, ossia: la nave mercantile, quindi la nave “madre”, staziona ai limiti delle acque territoriali e aspetta il peschereccio, verosimilmente per un trasbordo illecito. Infatti, alle prime ore di mercoledì 19 luglio sono rilevate anomale operazioni di accumulo di numerosi pacchi sul ponte della nave “madre”, che poi sono scaricati in mare verso il peschereccio che si affianca per il recupero del carico gettato in mare, e che, nel frattempo, disattiva il sistema di localizzazione Ais per il tracciamento. Scatta il blitz. Il peschereccio rientra verso le acque territoriali ed è catturato. A bordo, abilmente nascosto dietro una pannellatura che copre un ampio locale, è rinvenuto un enorme quantitativo di stupefacente. Immediatamente altri Finanzieri si lanciano all’inseguimento della nave mercantile, la nave “madre”, ovviamente complice del figlio, il peschereccio. La nave è in rotta verso la Turchia, è acciuffata e condotta al porto di Palermo: l’equipaggio è composto da 15 persone di nazionalità ucraina, turca e azera. Il peschereccio è invece scortato a Porto Empedocle.

I trafficanti sono stati traferiti nel carcere “Pagliarelli” a Palermo, compresi i cinque a bordo del peschereccio: il comandante Vincenzo Catalano, 35 anni, di Bagnara Calabra, poi Kamel Thamlaoui, tunisino, 53 anni residente a Tricase in provincia di Lecce, poi Sami Mejri, tunisino, 48 anni, residente a Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina, poi Yanis Malik Bargas, francese, 19 anni, e poi Elvis Lleshaj, albanese, 35 anni. Le oltre 5 tonnellate e 300 chili di cocaina, destinate a rifornire l’intero mercato nazionale, avrebbero fruttato circa 850 milioni di euro.
I vertici delle Fiamme Gialle, che hanno lavorato a stretto contatto con la Procura di Palermo, commentano: “Il mare Mediterraneo si conferma, ancora una volta, uno dei bacini mondiali maggiormente interessati dai traffici illeciti. In questo scenario, la Guardia di Finanza svolge il suo ruolo esclusivo di ‘polizia del mare’, potendo sfruttare le potenzialità di un dispositivo integrato tra la componente investigativa territoriale e quella aeronavale, costiera e di proiezione, tanto per il controllo delle frontiere esterne, quanto per la difesa degli interessi economico-finanziari del Paese e dell’Unione Europea”.

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