Altro tra Messina Denaro e Laura Bonafede

Altri particolari sull’ordinanza di arresto di Laura Bonafede, l’insegnante di Campobello di Mazara in rapporti con Matteo Messina Denaro durante la latitanza.

Emergono altri dettagli dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Palermo, Alfredo Montalto, a carico dell’insegnante di Campobello di Mazara, Laura Bonafede, in rapporti con Matteo Messina Denaro del quale avrebbe protetto e favorito la latitanza. Il giudice Montalto scrive: “Laura Bonafede e Matteo Messina Denaro, secondo quanto scritto dalla stessa Bonafede in una lettera trovata dai Carabinieri del Ros, si sono conosciuti nel 1997, quando Matteo Messina Denaro era già latitante insieme al padre Francesco. Entrambi erano protetti da Leonardo Bonafede, il padre di Laura, che aveva ‘concesso’ alla figlia di far visita a Matteo Messina Denaro. In una lettera al boss, Laura Bonafede ha scritto: “26 anni fa ho chiesto di venirvi a trovare e mi è stato concesso. Non c’era motivo di quella visita ma forse si doveva aprire un capitolo e così fu. La vita è strana, fa dei giri incredibili e poi ti porta dove vuole lei. Noi possiamo solo farci trascinare”. Dopo avere conosciuto Matteo Messina Denaro nel 1997, Laura Bonafede ha addirittura instaurato con lo stesso uno stabile rapporto quasi familiare coinvolgente anche la figlia Martina Gentile, durato dal 2007 sino al dicembre 2017 quando venne necessariamente interrotto a seguito di un importante ennesima operazione di Polizia, per poi riprendere, appena ‘calmatesi le acque’, negli ultimi anni sino all’arresto del latitante il 16 gennaio scorso. Laura Bonafede era legata a Matteo Messina Denaro da un pluri – decennale rapporto e aveva, in molteplici occasioni, condiviso con lui spazi di intimità familiare, a volte in compagnia della figlia, tanto che i tre si definivano ‘una famiglia”.

Franco Luppino

E poi, ancora il giudice Montalto scrive: “Laura Bonafede, come emerge dai pizzini trovati dai Carabinieri, era fortemente interessata alle sorti della famiglia mafiosa del paese e del suo capo Franco Luppino, che la donna in codice chiamava ‘Perlana’, e condivideva con Messina Denaro, allora latitante, la preoccupazione che uno degli ultimi blitz antimafia, che a settembre scorso aveva decapitato la famiglia di Campobello di Mazara e portato all’arresto di Luppino, potesse pregiudicare la latitanza del boss. Dalle lettere si comprende che la composizione della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, l’affidabilità dei suoi affiliati, e in generale la capacità di controllo del territorio, erano argomenti che stavano molto a cuore alla Bonafede. Lei, dopo l’arresto a settembre di Franco Luppino e altri affiliati, scrive a Messina Denaro: “Una volta mi dicesti: ‘ma se persone non ce ne sono più’. Perlana ci serviva”. E poi, una lettera del 3 dicembre 2022 testimonia che Laura Bonafede e il capomafia avrebbero condiviso anche interessi economici, e che la donna si sarebbe adoperata nella gestione di attività economiche, consentendo così a Messina Denaro di non esporsi direttamente con il rischio di essere catturato. E tra l’altro lei scrive a lui: ‘Prezzo: 0,75 euro, praticamente la metà. Invece l’integro 1,50 euro. Se non ci fosse stato questo imprevisto sarebbe stato raggiunto un buon obiettivo, ma va bene lo stesso”.

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