Da Caltanissetta a Kabul, morto per condurre in Sicilia moglie e figlio

In Afghanistan, a Kabul, è morto, vittima dell’attentato all’aeroporto, Ibrar, 28 anni, ritornato sul posto per sbrigare le pratiche di ricongiungimento familiare, prelevare e condurre la moglie e il figlio in Sicilia, a Caltanissetta, dove lui è emigrato 9 anni addietro. Calogero Santoro, presidente dell’associazione “Girasoli” che gestisce un centro per immigrati a Caltanissetta, afferma: “Abbiamo avuto la notizia da un mediatore che lavora per noi. Ibrar ha attraversato le nostre vite e voleva tornare qui per proseguire la sua vita a Caltanissetta. E’ stato uno dei tanti giovani che fugge dalla miseria e cerca in occidente una nuova possibilità per vivere un’esistenza più dignitosa e con un futuro. Sognava di aprire un autolavaggio. Come Ibrar ce ne sono tantissimi che hanno tutti i documenti in regola per avere i visti necessari per i ricongiungimenti. Il governo italiano non può fare finta di nulla. Noi adesso stiamo cercando di fare la nostra parte e stiamo raccogliendo dei soldi per assistere la moglie e il figlio del giovane rimasto ucciso nell’attentato, per dare un futuro ai suoi cari. Lui non tornerà ma almeno cerchiamo di dare una mano a chi è rimasto e dovrà affrontare momenti terribili in Afghanistan”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *