La casa di Livatino ha valore culturale. L’intervento di Samonà

Il Cga, ovvero il Consiglio di giustizia amministrativa, ha respinto il ricorso presentato dalla proprietaria della casa di Canicattì dove hanno vissuto il giudice Rosario Livatino e la sua famiglia, riconoscendo la validità delle motivazioni che hanno indotto la Soprintendenza dei Beni Culturali di Agrigento ad avviare l’iter per la dichiarazione del bene di particolare interesse culturale. In proposito interviene l’assessore regionale ai Beni Culturali, Alberto Samonà, che commenta: “In assenza di familiari diretti che possano mantenerne viva la memoria, è dovere della società civile e delle istituzioni, di cui Livatino è stato un ‘servitore eccezionale’, perpetuare il ricordo del giovane magistrato che ha pagato con la vita una rettitudine e un senso del dovere che non si sono piegati alle minacce o alle lusinghe della mafia. Quella casa rappresenta oggi la memoria storica su cui incentrare un’azione di sensibilizzazione e divulgazione di valori fondanti, come il perseguimento della legalità, la ricerca della giustizia, il compimento del proprio dovere, tutti valori che concorrono alla costruzione di una società migliore”.

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