La villa dell’ex sindaco di Agrigento, Sodano, non sarà demolita

A seguito di alcune denunce presentate da Legambiente, la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento ed il Comune di Agrigento hanno revocato, in autotutela, rispettivamente, il nulla osta di propria competenza e la concessione edilizia rilasciati a Clelia Aiazzi, suocera dell’ex sindaco di Agrigento, Calogero Sodano, per un intervento di consolidamento e riuso di un fabbricato ricadente in zona “A” del Parco archeologico, secondo il decreto Gui-Mancini. E ciò sulla base di una asserita falsa rappresentazione della consistenza volumetrica del fabbricato. Contro tali provvedimenti ha proposto un ricorso giurisdizionale, tramite gli avvocati Girolamo Rubino e Guido Corso, la figlia della signora Aiazzi, Antonella Gulotta, divenuta proprietaria del lotto avendolo ricevuto in donazione dalla madre. Nel giudizio è intervenuta in opposizione anche Legambiente. Gli avvocati Rubino e Corso hanno sostenuto, in particolare, la piena conformità delle opere realizzate con la tipologia degli interventi di ristrutturazione edilizia consentiti dal quadro normativo che disciplina l’edificazione delle aree comprese dentro il perimetro del Parco Archeologico della Valle dei Templi di Agrigento, sottolineandone l’assenza di abusi. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa ha accolto il ricorso in appello presentato da Antonella Gulotta, condannando la Soprintendenza, il Comune di Agrigento e Legambiente al pagamento in solido delle spese giudiziali, oltre al pagamento delle spese di verificazione. Tuttavia, Legambiente ha agito in giudizio per la revocazione della sentenza resa dal Cga nel marzo 2017. Si è costituita in giudizio Antonella Gulotta, sempre difesa dagli avvocati Guido Corso e Girolamo Rubino. Il Cga, ritenendo fondate le eccezioni formulate dai difensori, ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dalla Legambiente, ritenendo insussistente il contrasto con il precedente giudicato penale. Pertanto, rilevata la non sussistenza dei presupposti per la revocazione, il Cga ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto da Legambiente, così concludendo definitivamente l’annosa vicenda della villa sita in contrada Maddalusa che, pertanto, non sarà demolita.

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