Ricorre oggi il 25esimo anniversario della morte di Giuseppe Di Matteo. Alcune testimonianze a ricordo del crimine più orrendo della storia di Cosa Nostra.

Ricorre oggi il 25esimo anniversario della morte di Giuseppe Di Matteo. Alcune testimonianze a ricordo del crimine più orrendo della storia di Cosa Nostra.

La sera dell’11 gennaio del 1996. Il telegiornale. Giovanni Brusca è innanzi al televisore e apprende di essere stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Ignazio Salvo. Subito dopo telefona a suo fratello Enzo, e le sue parole sono: “Alliberateve de lu cagnuleddu”. U ‘’cagnoleddu’’ è Giuseppe Di Matteo, 13 anni, di Altofonte, rapito, prigioniero più di due anni, 779 giorni, in mezza Sicilia, e poi ucciso per vendetta contro il padre, il pentito Mario Santo Di Matteo, inteso ‘’Santino Mezzanasca’’. A strangolare e poi sciogliere nell’acido il piccolo Di Matteo sono Enzo BruscaVincenzo Chiodo e Giuseppe Monticciolo.

Ambrogio Cartosio

Lui è Ambrogio Cartosio, adesso è il procuratore di Termini Imerese. Il 2 giugno del 2006 è pubblico ministero, e, al processo contro alcuni carcerieri agrigentini di Di Matteo, Cartosio, durante la requisitoria, legge il racconto dei pentiti sul sequestro e l’uccisione del ragazzino. Quando termina la lettura, Ambrogio Cartosio rialza lo sguardo, si rivolge ai giudici, e le sue parole furono: “Sono le pagine più agghiaccianti che io abbia mai letto nella mia carriera di magistrato, vi prego di meditarle. Non è certamente un caso che il legislatore per reati di questo tipo abbia deciso che debbano essere puniti con l’ergastolo tutti coloro che hanno partecipato a questo delitto, perchè anche chi ha tenuto il bambino per una sola ora l’ha privato della possibilità di fuggire, di tornare ai suoi cari, di tornare alla vita felice che un bambino deve avere a quell’età”. 

Il casolare di contrada Giambascio

La sindaca di Altofonte, Angelina De Luca, adesso, 11 gennaio 2021, a 25 anni dalla morte di Giuseppe Di Matteo, afferma: “Oggi Giuseppe avrebbe 40 anni, all’incirca la mia età. Per noi, allora ragazzini del paese, la sua scomparsa e poi la morte sono sempre state un trauma incancellabile. Ma è solo andando sul luogo del suo martirio, nel casolare di Giambascio, che ci si rende conto della brutalità e della desolazione di questa immane tragedia”. 

Gaspare Spatuzza

Lui è il pentito Gaspare Spatuzza, ex killer spietato. Il 2 dicembre 2010 depose ad un altro processo per la morte di Di Matteo. E le sue parole furono: “Chiedo perdono alla famiglia del piccolo Giuseppe Di Matteo e a tutta la società civile che abbiamo violentato e oltraggiato. Noi siamo moralmente responsabili della fine di quel bellissimo angelo a cui abbiamo stroncato la vita. Anche se non l’abbiamo ucciso, io e i miei coimputati siamo colpevoli del sequestro, ma anche della morte del ragazzino e ne daremo conto, non solo in questa vita, ma anche domani dove troveremo qualcuno ad aspettarci”. Franca Castellese, madre di Giuseppe Di Matteo, alla richiesta di perdono da parte di Gaspare Spatuzza, replicò subito così: “Non sono disposta a perdonare nessuno degli assassini di mio figlio, un bambino innocente che è stato sequestrato, torturato, oltraggiato anche dopo la sua morte. Come posso perdonare ? Mi auguro che tutti coloro i quali hanno partecipato al sequestro e all’uccisione di mio figlio restino per sempre in carcere, a cominciare da quel mostro di Giovanni Brusca”.

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