La “faida” di Palma di Montechiaro, confermate le misure cautelari

L’inchiesta per la faida di Palma di Montechiaro, con due omicidi scaturiti dal furto di alcuni attrezzi agricoli, regge al riesame. Il tribunale della libertà ha confermato le ordinanze in carcere, emesse dal gip Stefano Zammuto su richiesta del pm Alessandra Russo, nei confronti di Roberto Onolfo, 27 anni e Ignazio Rallo, 39, accusati di avere vendicato l’omicidio di Enrico Rallo – fratello di quest’ultimo – uccidendo il trentasettenne Salvatore Azzarello. I difensori (gli avvocati Giovanni Castronovo, Antonino Gaziano, Chiara Proietto, Maria Licata e Giuseppe Vinciguerra) nei giorni scorsi hanno chiesto l’annullamento della misura sostenendo che il quadro indiziario non fosse solido. I giudici, invece, hanno confermato il provvedimento restrittivo. L’operazione, eseguita da carabinieri e squadra mobile, è scattata il 21 luglio. L’inchiesta ha fatto luce su una vera e propria faida che, fra il 2015 e il 2017, ha provocato due omicidi. Ad innescare la violenza sarebbe stato il furto di alcuni attrezzi agricoli. Teatro della vicenda è Palma dove il 9 novembre del 2015 e il 22 agosto del 2017 vengono messi a segno due agguati. Del primo ne fa le spese Enrico Rallo, trentanovenne colpito da numerosi colpi di arma da fuoco nei pressi di un bar. Ad ucciderlo, secondo la Procura, sarebbero stati Angelo Castronovo, 63 anni e Salvatore Azzarello, 37 anni.

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