“Firme false 5 Stelle”, 12 condanne e 2 assoluzioni

A Palermo, al palazzo di giustizia, il Tribunale ha emesso la sentenza a carico dei 14 imputati nell’ambito dell’inchiesta cosiddetta “Firme false”, tutti attivisti ed ex deputati regionali e nazionali dei 5 Stelle, e un cancelliere del tribunale. Oggetto del processo sono le firme presentate nel 2012 a sostegno della lista del Movimento 5 Stelle per le elezioni comunali a Palermo. Agli imputati si contestano, a vario titolo, i reati, che saranno prescritti il prossimo febbraio, di falso e di violazione della legge regionale che ha recepito il testo unico in materia elettorale. Secondo la Procura, durante la notte del 3 aprile 2012, al comitato del Movimento 5 Stelle a Palermo furono ricopiate migliaia di firme per provare a rimediare a un banale errore relativo al luogo di nascita di un sottoscrittore. Accortisi dello sbaglio, temendo di non riuscire a presentare in tempo la lista del Movimento 5 Stelle per le Comunali, dovendo recuperare le sottoscrizioni una a una, si sarebbe provveduto a ricopiarle. Le firme false sarebbero state autenticate da un cancelliere. Dunque, 1 anno e 10 mesi ciascuno di reclusione, pena sospesa, sono stati inflitti agli ex deputati nazionali Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita, ed a Samanta Busalacchi e Toni Ferrara. E poi 1 anno e 6 mesi ciascuno per Francesco Menallo, e per il cancelliere del tribunale di Palermo Giovanni Scarpello. E poi 1 anno per Claudia La Rocca, Giorgio Ciaccio, Giuseppe Ippolito, Stefano Paradiso e Alice Pantaleone. Assolti Pietro Salvino e Riccardo Ricciardi.

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