“La festa è finita, non c’è un euro”

“Signore e signori, la festa è finita”: in sintesi ecco il messaggio del presidente della Regione, Nello Musumeci, rivolto all’Assemblea Regionale impegnata nell’esame dell’ormai famigerato “collegato” alla Finanziaria, una sorta di ex tabella H in cui, secondo le intenzioni, dovrebbe rientrare dalla finestra ciò che è uscito dalla porta della Finanziaria per approvare in tempo, nel gennaio scorso, la Finanziaria e scongiurare l’esercizio provvisorio. E perché la festa è finita? E lo stesso Musumeci risponde: “Perché sono finiti i soldi, non c’è un euro. Stop al collegato”. E poi ha aggiunto: “Alla cassa della Regione mancano 400 milioni di euro, e la spesa è e sarà bloccata fino alla parifica del rendiconto da parte della Corte dei Conti”. Poi a Musumeci gli si domanda: “Per colpa di chi mancano all’appello 400 milioni di euro?”. E lui, in conferenza stampa, risponde: “Per colpa del governo Crocetta”. E Musumeci spiega: “Le responsabilità sono consacrate negli atti, nei documenti, che provano un nuovo disavanzo da 400 milioni di euro che con le nuove regole contabili – entrate in vigore appunto nel 2015, quando al governo c’era Crocetta – si sarebbe potuto spalmare in 30 anni. Allora il governo avrebbe dovuto cancellare le entrate previste solo sulla carta, che ammontano a 400 milioni di euro e che risalgono all’inizio degli anni ’90. Sommati ai 600 già scoperti in passato si arriva a un miliardo da coprire in 3 anni, per un disavanzo mostruoso che, complessivamente, inclusi quelli accumulati negli anni scorsi, ammonta addirittura a 7,3 miliardi di euro”. Poi Nello Musumeci annuncia che incaricherà un esperto di caratura nazionale al fine di accertare e rendere del tutto trasparente la condizione finanziaria della Regione, tra ieri, oggi e domani, una “operazione verità”. Poi Musumeci, a seguito dell’esperienza disastrosa dei collegati alla finanziaria, annuncia che non saranno più riproposti. Poi punta il dito contro l’Assemblea e sollecita l’approvazione della riforma dei rifiuti, e sottolinea: “E’ un disegno di legge approvabile in 10-15 giorni. Perché costringere la Sicilia sotto tale spada di Damocle?”. E dai banchi di Sala d’Ercole interviene il capogruppo del Partito Democratico, Giuseppe Lupo, che ribatte: “Invece di governare, il presidente Musumeci continua a fare una strumentale opposizione a Crocetta. Riconosca piuttosto i suoi errori che hanno di fatto paralizzato il Parlamento con una legge finanziaria a ‘puntate’, ovvero i collegati. Aspettiamo che il presidente Musumeci riferisca in Parlamento se è ancora in grado di realizzare il suo programma. In caso contrario ne tragga le conseguenze. Sappia che non può contare sui voti del Partito Democratico, che è all’opposizione ed è pronto ad affrontare le riforme di cui la Sicilia ha bisogno, non certo quelle della sua giunta che riteniamo dannose per la Regione, a partire dalla riforma dei rifiuti. Se Musumeci pensa di non avere i voti per attuare il suo programma ne tragga le conseguenze e liberi la Sicilia dalla paralisi del suo governo”.

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