Inchiesta “Arata – Nicastri”, gli indagati alla Regione Sicilia

Nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Palermo, che ieri ha provocato l’arresto di Paolo Arata, ex consulente della Lega per l’energia ed ex deputato di Forza Italia, e del figlio Francesco, sono indagati anche dei funzionari della Regione. Infatti, ai domiciliari è ristretto l’ex funzionario regionale dell’Assessorato all’Energia Alberto Tinnirello, indagato di corruzione. Gli inquirenti ipotizzano un giro di tangenti che avrebbero favorito Nicastri e il suo presunto socio occulto, Arata, nell’ottenimento di autorizzazioni per i suoi affari nell’eolico e nel bio-metano. Sono state eseguite da personale della Dia di Trapani delle perquisizioni alla commissione regionale “Via”, la Valutazione impatto ambientale, nella sede dell’assessorato Territorio e Ambiente. I magistrati contestano il reato di abuso d’ufficio al presidente della commissione “Via”, Alberto Fonte, e poi a Salvatore Pampalone dirigente regionale della Commissione Valutazione impatto ambientale, ed a Vincenzo Palizzolo, capo di Gabinetto dell’assessorato regionale al Territorio. I tre avrebbero fornito informazioni sullo stato della pratica degli Arata e di Nicastri pendente in assessorato, suggerendo le scorciatoie per evitare le lungaggini del provvedimento burocratico della Valutazione di impatto ambientale. I due Arata, indagati di corruzione, autoriciclaggio e intestazione fittizia di beni, sarebbero soci occulti dell’imprenditore trapanese dell’eolico Vito Nicastri, ritenuto dai magistrati tra i finanziatori della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. E sono stati arrestati anche Vito Nicastri ed il figlio Manlio.

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