I commercianti si ribellano al pizzo e il Tribunale condanna i responsabili

Si è rivelato utile e proficuo il no al pizzo da parte di alcuni commercianti a Palermo. Infatti, sono stati condannati quasi tutti gli imputati nel processo per le estorsioni ai negozianti bengalesi di via Maqueda e di Ballarò. La terza sezione penale del Tribunale, presieduta dal giudice Fabrizio La Cascia, ha inflitto complessivamente 60 anni di reclusione ad otto dei nove imputati di estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso e dalla discriminazione razziale. Una sola è stata l’assoluzione. La condanna più severa è stata comminata ad Emanuele Rubino, 13 anni e 9 mesi di reclusione. Gli altri condannati sono Giuseppe Rubino a 13 anni, Giacomo Rubino a 3 anni, Santo Rubino a 8 anni, Giovanni Castronovo a 7 anni, Emanuele Campo a 6 anni e 6 mesi, Alfredo Caruso a 5 anni e Carlo Fortuna a 4 anni. Assolto è stato Vincenzo Centineo. Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dai sostituti procuratori Ennio Petrigni e Sergio Demontis, sono iniziate nell’aprile 2016 dopo la denuncia da parte di una decina di commercianti.

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