Rosalia Basile, ex moglie del falso pentito Scarantino, depone a Caltanissetta

A Caltanissetta, al palazzo di giustizia, al processo sul depistaggio delle indagini dopo la strage di via D’Amelio contro Paolo Borsellino, ha deposto la ex moglie del falso pentito Vincenzo Scarantino, Rosalia Basile, che, tra l’altro, ha affermato: “Ho trovato a casa dei foglietti, e ve li consegno, del mio ex marito con i numeri dei cellulari e dell’ufficio dei pubblici ministeri, all’epoca in servizio a Caltanissetta, Nino Di Matteo, Anna Palma, Carmelo Petralia e Gianni Tinebra. A volte si chiudeva in stanza per parlare con loro al telefono”. Poi Rosalia Basile ha raccontato di botte, minacce, aggressioni fisiche e psicologiche, verbali con accuse false fatte imparare a memoria, e ha indicato nei poliziotti Ribaudo e Mattei, imputati al dibattimento in corso, di aver preparato il marito perché rendesse la deposizione che a loro faceva comodo facendogli imparare a memoria una sorta di parte. E in Bo, l’altro funzionario sotto processo, l’autore di una aggressione subita dal marito dopo la sua prima ritrattazione. Rosalia Basile ha anche sostenuto che, su input dell’ex pubblico ministero Anna Palma, il marito era stato convinto a rivolgersi al tribunale dei minori per farle togliere i bambini se lei avesse deciso di lasciarlo.

Ed in merito ai numeri di telefono, è intervenuto il pubblico ministero, Nino Di Matteo, che replica: “Spontaneamente, io per primo, all’udienza del processo Borsellino quater, smentendo Scarantino, che aveva detto che non mi aveva mai telefonato, ho raccontato che qualcuno gli aveva dato a mia insaputa il mio numero di cellulare perché una volta mi aveva telefonato e un’altra mi aveva lasciato otto messaggi in segreteria telefonica. Non c’è nessuna novità, come si evince rileggendo le pagine 39 e 40 della trascrizione della mia deposizione in udienza nel Borsellino quater”.

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