Girgenti Acque: posto assicurato anche al figlio del direttore di un noto quotidiano, assunto assieme ai figli dei direttori dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS

Girgenti Acque è stata definita un ‘assumificio’, da parte del Procuratore aggiunto di Agrigento, Ignazio Fonzo, a marzo dello scorso anno e ciò, come è ormai abbastanza noto, è avvenuto davanti alla Commissione Parlamentare Nazionale, presieduta dall’on. Alessandro Bratti, che sta indagando sui reati ambientali, fin qui commessi in Italia, da chi si occupa di gestione di rifiuti ed acqua.

Ma alcune delle numerose assunzioni clientelari dentro Girgenti Acque, più di 400 per l’esattezza, che tra l’altro sono al vaglio della Procura Distrettuale Antimafia di Palermo e che riguardano parenti ed amici, praticamente di quasi tutti quanti i parlamentari regionali e nazionali agrigentini e di moltissimi funzionari ed amministratori comunali, ci hanno particolarmente colpito.

Si tratta di un affaire che costituisce un significativo spaccato di quella pericolosa e devastante commistione tra enti ed organi istituzionali e di controllo con chi, nel gestire le risorse idriche nell’Agrigentino ha commesso, secondo quando sostenuto da tre Procure della Repubblica, una caterva di reati amministrativi ed ambientali con annesse truffe e voto di scambio politico-mafioso.

Non c’è niente di male che a lavorare dentro Girgenti Acque c’è la figlia di Pasquale Leto, direttore dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, arrestato e momentaneamente rilasciato, assieme a Marco Campione, dominus di Girgenti Acque, con l’accusa di averla  sistemata in cambio di sgravi fiscali illeciti. Anche se il Leto, per motivi precauzionali, dall’Agenzia delle Entrate di Agrigento è stato trasferito a Palermo, perché è stato appurato che gli sgravi fiscali da lui, più o meno direttamente concessi a Girgenti Acque, effettivamente non erano legittimi; mentre la Cassazione a breve deciderà se lui e Campione dovranno ritornare agli arresti domiciliari.

Riguardo a ciò che è avvenuto in casa INPS, è chiaro che qui la faccenda rischia di essere ancora più delicata. Non è che il copione è lo stesso?

Sviste più o meno volute su contributi previdenziali non versati, 4 milioni e 200 mila euro, in cambio dell’assunzione del figlio del direttore dell’INPS di Agrigento, Gerlando Piro?

Staremo a vedere, anche perché gli accertamenti sono ancora in corso e le autorità preposte stanno giustamente mantenendo il massimo riserbo.

Con la fame di posti di lavoro che c’è in provincia di Agrigento, sempre dentro Girgenti Acque, non mancano all’appello i figli dei giornallisti compiacenti.

Alcuni cronisti, in cambio di silenzi, omissioni e palesi difese d’ufficio, si sono sperticati anche nel tessere le lodi di una società che ha inquinato un’intera provincia, come dimostrano le numerose indagini giudiziarie a suo carico e che continua a far pagare, agli agrigentini, dei costi impropri caricati in delle bollette i cui importi sono almeno il triplo della media nazionale.

dinatale fonzo maggioni

In questo caso si tratterebbe semplicemente di manipolazione dell’informazione a favore di chi ha commesso dei reati, in cambio dell’assunzione del figlio del giornalista che ha architettato tali imposture mediatiche, peraltro reiterate da qualche anno a questa parte?

Vorremmo capire se esiste anche questo perverso connubio tra organi di informazione e Girgenti Acque che, a questo punto, minerebbe seriamente, dalle fondamenta, l’essenza stessa della libertà di stampa,  sancita dall’art. 21 della nostra Costituzione.

La faccenda riteniamo che necessiti di qualche approfondimento nelle sedi opportune.

Anche il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti potrebbe dire la sua adottando, se lo ritiene opportuno, i provvedimenti del caso.

(s.p.)

salvatore-petrotto@virgilio.it

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