“Sevizie su mamma e sorella disabili”, chiesto il processo per due licatesi

Presunte scene da “Arancia Meccanica” in una casa di Licata. Shiaffi, pugni, spintoni e persino torture con un secchio pieno di acqua gelida lanciato addosso mentre dormiva per costringerla a restare su una sedia. Sevizie che sarebbero andate avanti per anni. A farne le spese un’anziana e la figlia disabile oltre al loro cane che sarebbe stato brutalmente bastonato in maniera gratuita.
Pochi mesi dopo il provvedimento cautelare del gip Francesco Provenzano, che stabiliva il divieto di avvicinamento e l’allontanamento dalla casa, la vicenda approda in aula per l’udienza preliminare. Il pubblico ministero Gloria Andreoli ha chiesto il processo per una donna licatese di 48 anni – Maria Concetta Lo Iacono – e per il figlio Antonino Mulè di 21 anni. L’accusa, per entrambi, è di maltrattamenti, lesioni personali, lesioni colpose e maltrattamenti di animali. Vittime delle presunte sevizie la madre e la sorella dell’imputata.
L’udienza preliminare, davanti al giudice Stefano Zammuto, è iniziata oggi e le vittime – assistite dagli avvocati Angelo Benvenuto e Lucia Amoroso – si sono costituite parti civili. Il difensore degli imputati, l’avvocato Giuseppe Glicerio, ha chiesto, invece, un breve rinvio per valutare il rito abbreviato o il patteggiamento e il giudice lo ha concesso aggiornando l’udienza a martedì. Le violenze si sarebbero consumate dal gennaio del 2018 all’ottobre del 2019. Le due donne, secondo quanto ipotizza il pm che ha raccolto le loro denunce, sarebbero state ripetutamente percosse e aggredite con schiaffi, pugni e spinte. L’atteggiamento intimidatorio, inoltre, sarebbe consistito nel prospettargli di farle ricoverare in manicomio.

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