Giuseppe Scozzari, ex consigliere comunale di Licata, il 9 giugno prossimo davanti al giudice per le udienze preliminari di Palermo

Comparirà il 9 giugno prossimo davanti al giudice per le udienze preliminari di Palermo l’ex consigliere comunale di Licata, Giuseppe Scozzari, 47 anni. E’ accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per aver garantito il suo peso all’interno del Municipio e quello nell’Azienda sanitaria in cui lavorava come funzionario dell’ufficio tecnico dell’ospedale al boss mafoso di Licata Angelo Occhipinti.

Meno di un anno dopo la doppia operazione, eseguita dai carabinieri e dal Ros fra luglio e agosto, i pubblici ministeri della Dda di Palermo, Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Alessia Sinatra, hanno chiuso, due mesi fa, le inchieste “Assedio” e “Halycon” che hanno disarticolato la nuova famiglia mafiosa di Licata che avrebbe pure stretto un accordo con la politica e la massoneria deviata per portare avanti i propri interessi economici e personali. Sono ventuno in tutto gli indagati nei cui confronti si profila una richiesta di rinvio a giudizio.

I personaggi principali dell’inchiesta sono il boss Angelo Occhipinti, 65 anni, lo stesso ex consigliere comunale, nonchè geometra dell’ufficio tecnico dell’ospedale di Licata, Giuseppe Scozzari, e il funzionario della Regione Lucio Lutri.

Scozzari, però, attraverso il suo difensore – l’avvocato Giovanni Di Benedetto – ha rinunciato alla sospensione dei termini di custodia cautelare, fissati dal decreto per l’emergenza Covid dal 9 marzo all’11 maggio, e la sua posizione è stata stralciata rispetto agli altri. L’udienza preliminare, davanti al gup di Palermo, è stata fissata per il 9 giugno.

Scozzari, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, avrebbe, “nell’esercizio delle, sue funzioni di responsabile del servizio tecnico del presidio ospedaliero di Licata, ed essendo influente funzionario dell’Asp di Agrigento, garantito corsie preferenziali per l’accesso ai servizi dell’Asp a soggetti indicati dal capomafia Occhipinti”.  Nell’esercizio delle funzioni di consigliere comunale di Licata, invece, avrebbe “messo a disposizione il proprio peso politico all’interno del Comune al fine di fare ottenere al capomafia Occhipinti ed a Raimondo Semprevivo (suo cognato) la regolarizzazione amministrativa di un’area sottoposta a sequestro penale. Scozzari, eletto nel 2018 con la lista civica “Licata da amare”, si è dimesso dopo il fermo, eseguito dai carabinieri, ed è stato sospeso dall’Asp.

Il procedimento per gli altri venti indagati è slittato perché alcuni di loro hanno chiesto di essere sentiti e le audizioni sono state sospese in seguito all’emergenza coronavirus.

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