Forte della sentenza “Montagna”, Ignazio Cutrò invoca il ripristino della protezione

A seguito dell’appena emessa sentenza di primo grado al maxi processo antimafia “Montagna”, e alla condanna subita, tra gli altri, dal presunto capomafia di San Biagio Platani, Giuseppe Nugara, l’imprenditore di Bivona e testimone di Giustizia, Ignazio Cutrò, tramite il suo legale, l’avvocato Katia La Barbera, si è rivolto al Ministero dell’Interno, alla Procura di Palermo e alla Prefettura di Agrigento, affinchè gli sia ripristinata la protezione, anche dei suoi familiari, con la reintroduzione nel programma dei testimoni di Giustizia. Giuseppe Nugara, condannato giovedì scorso a 19 anni e 4 mesi di carcere e attualmente detenuto in regime di 41 bis, è colui che il 6 febbraio del 2014, durante una conversazione intercettata, alludendo a Ignazio Cutrò ha affermato: “Appena lo Stato si stanca…che gli toglie la scorta, poi vedi che poi”. Nel processo “Montagna” Ignazio Cutrò si è costituito parte civile e il giudice Marco Gaeta ha accolto la richiesta dell’ex imprenditore di Bivona, condannando tutti gli imputati al risarcimento.

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