Dedicato ai sindaci agrigentini: ecco tutte le illegalità commesse da Girgenti Acque

Come è noto, martedì 12 aprile, 43 sindaci agrigentini hanno approvato lo statuto della nuova società di gestione dei servizi idrici e fognari che è chiamata a fare i conti ed a dire basta al disastro economico ed ambientale fin qui provocato, dal 2007 ad oggi, da Girgenti Acque, pesantemente sotto inchiesta presso le Procure ed i Tribunali di Agrigento, Sciacca e Palermo.

Ma ciò che colpisce, per la verità non solo chi scrive la presente nota, è la posizione assai morbida dei sindaci agrigentini di fronte ad una società le cui illegalità, fin qui commesse, sono tante e tali che dovrebbero indurre i primi cittadini a sostenere, immediatamente, gli uffici giudiziari, nella loro immane opera di ripristino della legalità. Ed invece cosa si registra in proposito?

Solo delle dichiarazioni che, per lo meno, ci lasciano perplessi ed esterefatti .

L’On. Giovanni Panepinto, sindaco di Bivona, a nome di tutti i suoi colleghi ha dichiarato ad esempio quanto segue:

«Su proposta del sindaco di Racalmuto è passato l’ordine del giorno con il quale si chiede al presidente della Regione di attivare una commissione tecnica affinché valuti le eventuali inadempienze».

Il Panepinto, stranamente, parla da strenuo e non sappiamo se interessato garantista. Non dobbiamo dimenticare che sia lui che altri parlamentari agrigentini, nonché numerosi sindaci e funzionari pubblici, sono stati chiamati dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo per essere sentiti riguardo ad un’inchiesta, per voto di scambio politico mafioso, relativamente proprio all’assunzione di oltre 400 dipendenti dentro Girgenti Acque, in cambio di favori illeciti.

A sottolineare questa equivoca e sospetta dichiarazione del ‘portavoce’ dei sindaci agrigentini sono in tanti.

Oggi pubblichiamo un dettagliato elenco di contestazioni, non solo riguardo a dei disastrosi reati ambientali, fin qui commessi da Girgenti Acque, ma anche riguardo alle molteplici azioni illegali già abbondantemente accertate, da anni, attraverso delle circostanziate perizie, con tanto di prove, oltre che documentali, anche filmate.

Il cahiers de doléances contro Girgenti Acque che di seguito pubblichiamo, stavolta ce lo ha trasmesso l’avvocato di Ravanusa, Massimiliano Musso che, giustamente, mal sopporta le titubanze, per niente scusabili, di Panepinto che, come testualmente abbiamo riportato, a nome di tutti e 43 i sindaci agrigentini ha sostenuto che si rivolgeranno al Presidente della Regione, Rosario Crocetta, per stabilire, tutti quanti assieme, se Girgenti Acque ha commesso delle illegalità. In pratica il Panepinto forse ci vorrebbe prendere in giro?

Ci sta in altri termini dicendo che, il lavoro fatto da tre Procure e da tre Tribunali, non basta, non serve a niente! Secondo lui a stabilire se Girgenti Acque ha commesso, quelle che per magistrati, associazioni ambientaliste, comitati per l’acqua pubblica ed, oseremo dire, per centinaia di migliaia di cittadini agrigentini, sono delle palesi illegalità, sarà il presidente della Regione.

Ma a che gioco giochiamo?

I politici cioè che fin qui hanno provocato questo immane disastro gestionale, in primis gli ultimi tre Presidenti di Regione, Cuffaro, Lombardo e Crocetta, ma anche alcuni sindaci e parlamentari agrigentini, nonché i funzionari regionali e quelli dell’ATO idrico di Agrigento, dovranno stabilire se hanno commesso, dal 2007 ad oggi, delle azioni illegali, assieme ai vertici di Girgenti Acque!

I responsabili dei disastri provocati da Girgenti Acque si stanno cioè auto giudicando ed auto assolvendo!

Abbiamo ancora una volta affidato la pecora al lupo!

Alcuni sindaci, parlamentari e funzionari pubblici, i cui nomi renderemo noti nei prossimi giorni,  fanno parte anche della nuova società che hanno costituito il 12 aprile; sono gli stessi soggetti cioè che non hanno vigilato sulle tariffe idriche e fognarie ed hanno consentito,  a Girgenti Acque, di quadruplicare i costi dei servizi, commettendo truffe e frodi a man bassa, ed inquinando tutto quanto, ottenedendo in cambio posti di lavoro ed altri benefit.

Alcuni dei principali responsabili di questo disastro, li abbiamo infatti visti ancora lì, seduti, al tavolo dove si è deciso la trasformazione dell’ormai ex ATO idrico di Agrigento in quell’ ATI (Ambito Territoriale Idrico) che, per ora, solo in teoria, dovrà procedere verso la rescissione del contratto con Girgenti Acque.

Come dire, gli ‘assassini’ del nostro primario bene comune, cioè l’acqua pubblica che, fino al 2007 apparteneva agli agrigentini, li abbiamo visti ancora  lì, ai loro posti di comando; si sono nuovamente recati cioè sul luogo del‘delitto’, forse per inquinare le prove della loro colpevolezza!

Tra quei 43 sindaci che hanno votato il 12 aprile lo statuto e l’atto costitutivo della nuova società, ce ne sono infatti almeno una decina che, nel 2007, dopo avere affidato la scellerata gestione del servizio idrico integrato a Girgenti Acque, gongolavano perché contenti di essersi  fatto pagare il prezzo di quel loro atto delinquenziale: posti di lavoro per i loro amici, di partito e non, e per i loro familiari e quant’altro!

Una vera e propria vergogna!

Perché si cambi veramente registro è necessario buttare fuori quei ‘sindaci mercanti’ dal Tempio!

Sindaci incatenati

Se no rischiamo di cadere veramente dalla padella alla brace!

Questi signori, siamo sicuri che torneranno a vendersi e prostituirsi, barattando ancora una volta il nostro bene primario, ossia l’acqua, in cambio di ulteriori illegali benefici personali.

L’On. Panepinto, a questo punto, farebbe bene a rivolgersi ai magistrati e non al presidente della Regione Rosario Crocetta, suo compagno di partito, per conoscere quelle che per lui sono delle eventuali inadempienze ma che, per noi cittadini, vessati, tartassati e mortificati, da 8 anni a questa parte, sono delle lampanti illegalità. Forse egli, ed alcuni suoi colleghi parlamentari e sindaci, teme che la Procura Distrettuale Antimafia di Palermo vada sino in fondo riguardo all’inchiesta per voto di scambio politico-mafioso, nell’ambito della quale è stato sentito assieme ad altre decine di soggetti pesantemente tirati in ballo.

Concludiamo, a beneficio dei sindaci che ancora non si sono accorti delle inadempienze di Girgenti Acque, con un sintetico elenco trasmessoci dall’avv. Massimiliano Musso.

L’avv. Musso è uno dei principali esponenti dei comitati spontanei agrigentini per la difesa dell’acqua pubblica che, assieme a Fabrizio Raso, Emanuele Lo Vato, Gaetano Milioto ed ai rappresentanti di numerose federazioni di consumatori ed associazioni ambientaliste, quali Claudio Lombardo,  hanno puntualmente, negli anni, denunciato le malefatte di Girgenti Acque.

‘Qualcuno, quale il sindaco e deputato regionale Giovanni Panepinto, osa ancora parlare di eventuali inadempienze di Girgenti Acque? Rimaniamo ancora sul piano delle ipotesi, del dubbio?’ 

Così esordisce l’avv. Musso, il quale passa subito a sciorinare un sintetica, concisa ed essenziale lista delle illegalità commesse da Girgenti Acque…

 1) Nell’approvvigionamento, non avendo pagato i fornitori (Tre Sorgenti, Siciliacque, eccetera)

 2) Nella distribuzione dell’acqua, non avendo garantito, soprattutto d’estate, erogazioni sufficienti e costanti.

 3) Nella qualità dell’acqua, in molti casi contaminata.

 4) Nella gestione delle reti fognarie, con proliferazione di ratti.

 5) Nella depurazione, con cinque depuratori sotto sequestro e altri non funzionanti a dovere.

 6) Nella fatturazione, con bollette pazze a go go.

 7) Nel falso in bilancio, come denunciato da un suo amministratore e azionista.

 8) Nell’odor di mafia, per anni senza certificazione antimafia e sotto indagini della Procura Distrettuale Antimafia.

 9) Nella misurazione dei consumi, con aria al posto di acqua e contatori nuovi pronti ad essere installati oggetto        di  sequestro.

10) Nel voto di scambio politico-mafioso, con un assumificio finalizzato a comprare il favore di autorità, politici e           giornalisti.

11) Nell’estorsione di pagamenti non dovuti, con la minaccia di sospensione del servizio idrico e di quello fognario

12) Nella violazione delle direttive dell’Ente Nazionale Anticorruzione, con riferimento alla presenza nel Consiglio       d’Amministrazione di condannati in via definitiva per reati contro la Pubblica Amministrazione

13) Nel caricare sui cittadini le spese di riparazione.

14) Nella corruzione, con il suo presidente arrestato insieme a dirigenti dell’Agenzia delle Entrate.

15) Nel disastro ambientale, visto l’inquinamento prodotto.

16) Nella violazione della privacy.

17) Nella truffa abituale.

18) Nella violazione di domicilio.

19) Nell’esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

20) Non vi basta?

Ma che devono ancora fare per essere inadempienti? Gradirei essere denunciato. Sarei prosciolto già nella fase delle indagini, perché sono in condizione di dimostrare tutto quanto sopra esposto, con migliaia di casi, migliaia di riscontri, migliaia di testimoni.

Firmato. Avv. Lillo Massimiliano Musso

(s.p.)

salvatore-petrotto@virgilio.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *