La caduta degli dèi, crolla il mito di Antonello Montante ex paladino dell’antimafia

Quello che sta accadendo in Sicilia è una vicenda senza precedenti, si può considerare la classica “caduta degli dèi”, una cerchia ristretta di divinità che hanno governato l’Isola per tantissimi anni.
Dèi che, per oltre 20 anni, hanno gestito un immenso potere, aiutati in questo da certa politica connivente e avvezza agli affari poco limpidi, che sono riusciti ad utilizzare per operazioni che hanno agevolato gli affari di coloro che facevano parte del cerchio magico e, al contrario, danneggiato,facendo chiudere le loro aziende, imprenditori considerati loro nemici per il solo fatto di non essersi piegati al loro volere, di non aver voluto fare affari con loro.
Hanno utilizzato gli Istituti di credito come cosa propria, dove alcuni di loro avevano posti di responsabilità, dove in alcuni potevano vantare incarichi all’interno dei Consigli di Amministrazione, per fare revocare, dall’oggi a domani, i fidi bancari di questi poveri imprenditori lasciandoli senza più alcuna risorsa economica.
Il Presidente di Confindustria Sicilia e vice presidente nazionale , Antonello Montante, è stato tirato giù dal Monte Olimpo dal quale gestiva il potere in Sicilia da un avviso di garanzia, notificatogli dalla Procura della Repubblica di Caltanissetta, per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Montante è stato messo sotto accusa dalla Procura nissena di aver messo a disposizione di alcuni uomini d’onore di Serradifalco la propria attività imprenditoriale favorendo l’assunzione di persone a loro vicine e aiutandoli ad ottenere lavori.
Attraverso questa vicinanza con gente di mafia Montante avrebbe ottenuto incarichi all’interno di enti ed associazioni di categoria.
Un pentito dichiara addirittura, esplicitamente, che per favorire la scalata di Montante in Confindustria Sicilia sarebbe appunto scesa in campo Cosa nostra.
L’ultimo episodio, del 22 gennaio scorso, di questa inchiesta portata avanti dai giudici di Caltanissetta, riguarda il ritrovamento in casa di Montante di un bunker segreto dove sono stati rinvenuti armi ed un archivio nel quale erano catalogati e-mail, fotografie e cartelline con svariati nomi di protagonisti delle vita politica italiana, compreso un raccoglitore con l’intestazione “carabinieri, polizia, esercito, Finanza, Cicli Montante”, in cui sono elencati tutti i destinatari delle sue preziose biciclette regalate a capi della polizia, generali, colonnelli dell’esercito e dei carabinieri,giornalisti e politici. Sembra che per uno che è stato uno degli uomini più potenti della Sicilia sia arrivato il tempo di fare i conti con la giustizia, quella vera, inesorabile, portata avanti da magistrati integerrimi, uomini di giustizia che non si fanno irretire né da regali né da promesse di carriere facili, magistrati come Nicolò Marino, ex assessore regionale, cacciato in malo modo da Rosario Crocetta , quando decise di intervenire sul business, di svariate centinaia di milioni di euro, come la mega-discarica di Siculiana-Montallegro gestita da Giuseppe Catanzaro vice presidente regionale di Confindustria.
Per quest’altra triste e subdola vicenda della discarica si attende che si pronunci, su diverse segnalazioni di organi di polizia, il Tribunale e la Procura della Repubblica di Agrigento, visto che si tratterebbe, eventualmente, di reati che continuano a perpetrarsi sino ad oggi e che, oltre alle palesi violazioni di legge, evidenziate da più parti, lasciano dietro di loro una lunga scia di tumori e morti, soprattutto in quel territorio tra Siculiana e Montallegro.

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