Il giornalista agrigentino Lelio Castaldo: la voce del padrone (Girgenti Acque)

Alla voce del padrone di Girgenti Acque e non solo, un giornalista ventriloquo, al secolo Lelio Castaldo, gli sono saltati i nervi.

Mi ha vomitato addosso di tutto e di più. Credo che questo signore, mio ex amico, debba controllare i suoi istinti un pò bestiali; bisognerebbe ricondurlo alla ragione.

lelio castaldo OK

Mentre su Girgenti Acque, si sono abbattute una serie di bufere giudiziarie, il Castaldo, debitamente imbeccato od ‘imboccato’, se preferite, non ha mai voluto entrare nel merito delle mie circostanziate denunce giornalistiche che riguardano i gestori di acqua e rifiuti, suoi sponsor economici, verso i quali si è spinto, nei suoi panegirici, al limite dell’apologia di reato.

E’ stato già ascoltato, per sua stessa ammissione, per 10 ore dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo nell’ambito dell’inchiesta denominata  Black List, un giro di corruzione e tangenti che vede coinvolto anche lui, per una sua improvvida uscita giornalistica, tendente a far fare pace tra i due vecchi compagni di scuola, Massimo Campione e Dario Lo Bosco. Ci riferiamo all’imprenditore agrigentino Massimo Campione che con una sua denuncia ha fatto arrestare per tangenti, tra gli altri, anche un suo compagno di scuola, Dario Lo Bosco, ex direttore di RFI (Rete Ferroviaria Italiana). Salvo poi, per bocca del Castaldo a ritrattare tutto, e poi a ritrattare la ritrattazione.

Sembra un film dell’indimenticabile comico Totò, vi ricordate di Totò Truffa? C’è da scompisciarsi dalle risate.

Questa è la cifra dei personaggi di cui stiamo parlando che, con le loro terribili tragicommedie devastano ed inquinano quotidianamente, non solo il nostro territorio, ma l’essenza stessa della nostra democrazia.

A  questo dobbiamo ovviamente aggiungere anche il terribile danno economico, con i loro vorticosi giri di tangenti, pagate a destra ed a manca proprio da Massimo, fratello di Marco Campione, quest’ultimo dominus, finora incontrastato, di Girgenti Acque, già condannato a 10 mesi di reclusione, in via definitiva, per dei gravi reati contro la Pubblica Amministrazione.

Parliamo sempre, di quel Marco che commuove il giornalista Castaldo, tanto quanto il fratello Massimo.

E si, perché a fine mese, il padre-padrone di Girgenti Acque, rischia di finire nuovamente agli arresti domiciliari, per avere scambiato un posto di lavoro con una presunta illecita detrazione fiscale, col direttore dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento;  e ciò avverrà se la Cassazione revoca il provvedimento di scarcerazione del Tribunale della Libertà, contro il quale ha presentato ricorso la Procura della Repubblica di Agrigento.

Ed i guai, per gli sponsor economici di Lelio Castaldo non finiscono mai!

E’ notizia di oggi che la magistratura ha sequestrato a Girgenti Acque il terzo depuratore in quindici giorni, dopo quello di Favara e Licata.

Si tratta di quello di Villaggio Mosè, ad Agrigento, su cui avevano acceso i riflettori anche molte testate giornalistiche televisive nazionali che hanno dimostrato, con tanto di sopralluogo, che i liquami fognari che entravano, erano di gran lunga più puliti di quelli che uscivano.

Anziché depurare la ditta Campione, a quanto pare, riesce a rendere ancora più fetidi persino i liquami fognari!

Mentre un quarto depuratore glielo hanno sequestrato, stavolta i magistrati di Sciacca, lo scorso anno; in quel caso l’inchiesta è già chiusa, si aspetta solo il rinvio a giudizio per truffa e reati ambientali, del Campione e di un tale Giuffrida, da Catania, già amministratore, sempre di Girgenti Acque.

Rimane ancora  aperta invece l’inchiesta, sempre a carico di Girgenti Acque, per scambio di voti, politico-mafioso; in quel caso ci stiamo riferendo a quell’ ’assumificio’ più volte citato, dalla Procuratore aggiunto della Repubblica di Agrigento, Ignazio Fonzo, che coinvolge decine di politici, funzionari e persino giornalisti!

Non è che il nostro Lelio c’entra pure, con l’assumificio di Campione, così come il suo collega e caporedattore de Il Giornale Di Sicilia di Agrigento, Alfonso Bugea?

E’ probabile che qualche società assieme, Marco Campione e Lelio Castaldo, pare che l’abbiano gestita. Un nostro corvo ci ha riferito che Lelio ha ricevuto delle ‘deliziose’ dazioni di denaro per qualche decina di migliaio di euro, sotto varie forme. E, per ora, non vogliamo addentrarci in storie di amanti, posti e scappatelle varie, garantite con le bollette dei cittadini utenti del servizio idrico.

Queste cose le scopriremo solo fra qualche mese, quando tutto il quadro sarà chiaro e dimostreremo, sempre carte alla mano, chi ha usato Girgenti Acque come una sorta di bancomat per garantirsi i vizi più disparati.

Al di là di questi aspetti prurignosi, non c’è che dire, quando parliamo dello sponsor economico per eccellenza del Castaldo, Marco Campione, ci riferiamo ad una sorta di record-man.

Come inquina lui i mari e le falde acquifere agrigentine, nessuno al mondo, roba da guinness dei primati!

Alla faccia della qualità del servizio di depurazione, pagato e non reso ai cittadini della provincia di Agrigento.

Alla faccia del fatto che Girgenti Acque, unica azienda in Italia, ha operato indisturbata per tre anni consecutivi senza certificazione antimafia.

Alla faccia delle tariffe che paghiamo sul servizio idrico che sono, almeno il triplo della media nazionale.

Alla faccia degli oltre 60 milioni di euro di debiti, per i quali sono in corso numerose procedure fallimentari presso il Tribunale Civile di Agrigento, visto che Girgenti Acque deve dare, da anni, decine di milioni di euro a chiunque: INPS, Sicilacque S.p.a., consorzio pubblico Tre Sorgenti di Canicattì, comuni, imprese e dipendenti.

Sfido io, i milioni di euro frutto delle salatissime bollette che ci impone, di pagare questa società, in maniera più o meno legittima, se ne vanno tutti quanti a puttane!

Adesso noi aspettiamo l’esito di tutte queste inchieste, mentre Lelio Castaldo si rosica in privato e vomita, al mio indirizzo, davanti a tutti, nel suo giornale, proprio perché è preoccupato di perdere una tra le sue più laute voci in entrata.

Forse il trio, Lelio Castaldo (il giornalista), Marco e Massimo Campione (i prenditori e faccendieri) , sono preoccupati perché finora si sono divertiti alle nostre spalle ed ora devono rendere conto e ragione di tutto.

Ma a noi ci piace concludere in poesia e musica, facendo il verso al compianto cantante triestino Sergio Endrigo:

la loro festa appena cominciata, forse è già finita.

Il cielo non è più con loro.

Il loro amore per i soldi era l’invidia di quanti hanno fatto arrestare ingiustamente.

Come era grande il loro orgoglio, la loro allegria.

È stato tanto grande e ormai il malaffare che, non sa morire.

Vi chiedete, tra cause, manette e truffe varie: chissà se finirà.

E tutti quanti i vostri pessimi servizi, la magistratura fermerà.

salvatore-petrotto@virgilio.it

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