Processo all’imprenditore trapanese Funaro, tra i nomi dei deputati regionali rilevati dal suo pc spicca quello di Fontana

La mail, del luglio del 2014, che l’impresa Stancanello aveva inviato ad altre società siciliane, riguardava un emendamento da votare all’Assemblea Regionale e citava anche i nomi dei deputati regionali, che, contattati, avevano dato la loro disponibilità a votarlo e farlo approvare all’interno della legge Finanziaria.
Questo ed altro è uscito fuori nell’udienza che ha riguardato la confisca dei beni a carico dell’imprenditore trapanese Pietro Funaro, ex Presidente provinciale e regionale dell’ANCE, l’associazione dei costruttori edili.
Le clamorose notizie sono saltate fuori nel momento in cui nell’udienza sono stati ascoltati i consulenti della Procura antimafia di Palermo incaricati di setacciare il PC sequestrato all’imprenditore Funaro.
I tecnici informatici, incaricati dall’autorità giudiziaria, sono riusciti a ricavare dalla memoria del computer di Funaro tanta corrispondenza on line nella quale sono usciti i nomi di alcuni onorevoli regionali che con il loro voto hanno accontentato le richieste degli imprenditori che avevano a cuore l’approvazione di un emendamento che certamente avrebbe favorito i loro affari.
Tra questi deputati è saltato fuori anche il nome dell’onorevole Vincenzo Fontana, eletto nelle liste del Pdl poi transitato nel Nuovo Centro Destra, che gli interessati dicevano nelle loro mail aveva confermato che tutto il gruppo parlamentare a cui appartiene avrebbe votato l’emendamento caldeggiato dagli imprenditori.
Tra i politici avvicinati, emerge dalla mail portata in udienza, anche il presidente Crocetta, che fu contattato da un tale di nome Sciacca.
Poi i deputati trapanesi Oddo, Ruggirello, Gucciardi, Turano, Lo Sciuto e Fazio sarebbero stati avvicinati da un certo Candela, che sarebbe il titolare della Ditta Sicania Servizi.
Questo elenco non è l’unico elemento sospetto emerso nella ricerca degli esperti nel pc dell’imprenditore Funaro. C’è ad esempio una lettera inviata dall’imprenditore ad una azienda del Nord in cui si parlava di “accordi di spartizione delle gare vinte”.
Con la scoperta della corrispondenza web degli imprenditori viene fuori uno spaccato dell’attività parlamentare dei componenti l’assemblea siciliana, tutta dedita a favorire i poteri forti con leggi e decreti per portare avanti i loro discutibili affari e conquistare non solo altro potere economico, ma anche ottenere nell’espletamento del loro mandato esclusivamente dei privilegi invece di occuparsi  dei diritti che alla maggior parte della popolazione siciliana vengono negati.
La rivelazione delle mail degli imprenditori fa comprendere come la maggior parte dei deputati regionali, alla completa mercè del potere economico, opera non per il bene della collettività ma per gli interessi di pochi che in cambio sono in grado di restituire favori e regalie di ogni tipo.
Funaro nel suo pc teneva anche la riproduzione dei pizzini di Matteo Messina Denaro trovati nel covo di Bernardo Provenzano, o in quello dei Lo Piccolo. In quel pc anche la memoria dei pm della Dda di Palermo sul processo a Giuseppe Grigoli patron della DESPAR in Sicilia, il socio di Matteo Messina Denaro, e altri documenti delle inchieste che hanno riguardato il capo della mafia trapanese, i suoi affari nella grande distribuzione, i contrasti con le famiglie mafiose della provincia di Agrigento.

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